L'Educazione Finanziaria in famiglia
Ci sono cose che non si imparano solo sui banchi di scuola, ma si “tramandano” di genitore in figlio, un po’ come le buone maniere. L’educazione finanziaria è una di queste: le competenze su come risparmiare e gestire le proprie finanze le abbiamo acquisite giorno dopo giorno, spesso osservando quelle di mamma e papà, e anche diversi studi confermano che il rapporto che i genitori hanno con il denaro influenza profondamente il modo in cui i figli lo percepiscono. Come si insegna, allora, una “sana” gestione del denaro?
Trovare l’approccio giusto: l’esempio conta
Prima di insegnare ai figli come usare il denaro con consapevolezza, meglio riflettere sul proprio rapporto con i soldi, e cercare di essere coerenti. Se gestire le finanze ci genera ansia o se le spese non sono pianificate, potrebbe essere difficile essere credibili agli occhi dei bambini; se affermiamo che “i soldi non crescono sugli alberi” ma spendiamo senza criterio, il messaggio che passa potrebbe essere confuso.
Al contrario, possiamo cercare di ragionare sulle nostre decisioni, e parlarne con loro. Se decidiamo di rimandare l’acquisto dell’auto nuova per risparmiare per un obiettivo più grande, come una casa, sarà utile spiegare ai figli il motivo di questa scelta. Questo non solo li coinvolgerà, ma insegnerà loro l’importanza di pianificare e dare priorità agli obiettivi.
Parlare di soldi: quando e come iniziare
Certo, anche intavolare conversazioni sul denaro è fondamentale per farne capire l'importanza. Il punto è il quando: quand’è che i bambini sono sufficientemente maturi per assorbire certi concetti? Il momento giusto per iniziare a parlare di soldi ai figli potrebbe essere intorno agli 8-9 anni, fase in cui si possono introdurre concetti come risparmio e investimento.
Un modo concreto per iniziare è la paghetta, un piccolo importo, ad esempio settimanale, che i bambini possono gestire autonomamente, e che, in un certo senso, devono imparare a farsi bastare per soddisfare piccoli bisogni e desideri. La paghetta non è solo una vecchia tradizione, ma può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza finanziaria. Certo, a patto che l’importo sia calibrato su età e bisogni, e che qualcuno gli spieghi come usare quelle risorse. Per esempio, un bambino di 10 anni potrebbe ricevere 4 o 5 euro a settimana, imparando a destinarli a piccoli sfizi o a risparmiare per un obiettivo più grande.
Educare alla scelta e alla pazienza
La paghetta non deve coprire tutte le spese desiderate, è importante che i ragazzi si trovino a scegliere tra diverse opzioni. Questo li aiuta a stabilire priorità e a comprendere il valore delle rinunce. Poniamo il caso di un adolescente, l’età in cui i bisogni si moltiplicano: avendo a disposizione un importo limitato, si potrebbe provare a dover decidere se rinunciare a una pizzata con gli amici per risparmiare e acquistare un oggetto desiderato.
E non è finita, perché se l’esigenza è accantonare qualcosa per un acquisto futuro, la paghetta diventa anche l’occasione per insegnare ai giovanissimi il concetto di risparmio, e cioè far capire che accantonare non significa metter da parte i soldi che “avanzano” dalla paghetta, ma stabilire dal principio una somma o una percentuale da accumulare ogni mese o ogni settimana, fosse anche solo 1 euro. Questo approccio insegna che il risparmio non è casuale, ma frutto di pianificazione, ed è un “consumo differito”, ovvero rinunciare oggi a qualcosa di piccolo per ottenere un obiettivo più grande in futuro.
Tre consigli pratici sulla paghetta
La paghetta è da anni oggetto di studi di chi si occupa di educazione finanziaria. Per esempio, è importante che il genitore non controlli eccessivamente l’utilizzo che i loro piccoli e soprattutto i più grandi fanno dei loro soldi: la paghetta serve per imparare l’autonomia ed è importante lasciare che imparino dai propri sbagli. Un altro errore degli adulti è quello di vincolare la paghetta allo studio. Lo studio è un impegno personale che serve per la propria crescita, non una fonte di guadagno.
Infine, andrebbero evitati i "salvataggi". La tentazione è grande, ma se i figli finiscono i soldi, meglio non intervenire con prestiti o regali. Questo li aiuterà a comprendere il valore della pianificazione.
Giochi e attività utili
Paghetta a parte, come si potrebbe insegnare a un bambino o a un adolescente l’uso corretto del denaro? In realtà, per chi ha voglia e pazienza, ci sono attività, proposte e giochi che che si prestano molto bene a questo scopo.
- Una proposta divertente per grandi e piccoli è il gioco del budget settimanale. Una volta stabilita la paghetta, si propone ai figli di gestire quel budget settimanale per le loro spese, aggiungendo una sfida: se riescono a risparmiare una parte del budget, il loro risparmio sarà raddoppiato alla fine della settimana. L’incentivo - anche se un po’ oneroso per gli adulti - li motiverà a pianificare e a riflettere sulle decisioni di spesa.
- Anche avere obiettivi condivisi è di grande aiuto, e va nella stessa direzione. Se lui o lei desiderano acquistare un oggetto costoso, come una bicicletta, possiamo incoraggiarli a risparmiare parte della somma necessaria, e proporre di contribuire, ma solo dopo che avrà messo da parte una certa cifra. è un modo per imparare a godersi la soddisfazione di raggiungere un obiettivo.
- Per i più piccoli, infine, c’è un gioco molto divertente e altrettanto educativo, che consiste nel fare una simulazione di un budget. Si assegna ai piccoli un finto stipendio, e si chiede loro di gestirlo. Questa attività può essere adattata in base all'età e rende più chiaro il concetto di pianificazione.
- Ultimo ma non per importanza, è l’utilizzo di salvadanai per obiettivi. In pratica, anziché usare il classico contenitore dove accantonare i risparmi, dotarsi di più scatole etichettate a seconda degli obiettivi: spese giornaliere, risparmi per obiettivi futuri, e anche beneficenza. È uno stratagemma che aiuta i bambini a comprendere come suddividere il denaro e a pensare anche agli altri.
Adolescenti, l'uso del denaro quando i figli crescono
Se parlare di soldi con un bambino è già di per sé complicato, farlo con un adolescente o un ragazzo di poco più grande può sembrare addirittura un’impresa.
Se non lo abbiamo già fatto prima, si può iniziare spiegando perché è importante lavorare per ottenere ciò che si desidera. È anche importante condividere aneddoti su come abbiamo gestito i nostri primi soldi: il primo acquisto importante, quella volta che abbiamo perso tutto in una settimana e abbiamo mangiato pasta e olio per un mese... racconti personali funzionano sempre.
Non solo. Fargli sperimentare il “costo delle cose” è molto educativo, ragione per cui è utile renderlo partecipe quando facciamo la spesa o quando paghiamo le bollette. Capirà che dietro ogni scelta c’è un costo e che non tutto è scontato. Per esempio, possiamo dirgli, davanti alla scelta di un capo di abbigliamento: “Se scegli questa maglietta meno cara, i soldi risparmiati puoi usarli per il concerto che vuoi vedere il mese prossimo”.
Ora che è più grande e ha spese più alte, se il nostro obiettivo è insegnargli l’arte del risparmio, possiamo introdurre il concetto parlando di ciò che interessa lui o lei, e proponendo un obiettivo che sia di particolare appeal: un nuovo paio di cuffie desiderate, una bicicletta o un motorino, un viaggio. È l’occasione per spiegare il metodo giusto per accantonare un po’ di denaro ogni mese per raggiungere quel traguardo, e per rendere il tutto più concreto, potremmo anche aprire un piccolo conto di risparmio. Vedere i risparmi crescere è molto motivante! Certo, capiterà che tuo figlio o tua figlia spenda tutto il budget in un colpo solo per una cosa che ai nostri occhi potrebbe apparire inutile, come è successo a tutti noi. E allora, in quel caso, dobbiamo resistere alla tentazione di dire “Te l’avevo detto”, e sfruttare invece l’occasione per discutere insieme di cosa avrebbe potuto fare diversamente. L’obiettivo non è controllare, ma aiutarli a imparare.
Dare l’esempio, è sempre una buona idea. Se desideriamo che gestisca bene i soldi, mostriamo come lo facciamo noi. Ad esempio, condividiamo come risparmiamo per un progetto importante.
Portare i figli in banca ed educare al risparmio
L'educazione finanziaria passa anche dall'insegnare ai propri figli la gestione di un conto bancario e i concetti base degli investimenti, per prepararli a una gestione consapevole del denaro. Molti istituti offrono soluzioni pensate per i minorenni, che permettono ai genitori di monitorare entrate e uscite, fare piccoli bilanci e definire obiettivi di risparmio. Un’idea è quella di versare loro una somma mensile, che diventa il budget personale del ragazzo.
Da qui, se possibile, potrebbe da subito cercare di accantonare una piccola somma mensile. Per aiutarlo a farlo, ogni mese potremmo aggiungere una cifra pari a quanto accantonato, proprio come nel gioco suggerito prima per i più giovani.
Insegnare l’investimento: concetti chiave
Anche spiegare ai figli come funzionano gli investimenti rientra tra le attività di educazione finanziaria. Certo, può sembrare complicato, ma è possibile semplificare il processo con esempi concreti, o partendo da alcuni concetti chiave.
Uno di questi è sicuramente il rapporto rischio-rendimento, e cioè il principio secondo cui maggiori rendimenti attesi comportano rischi più alti, e che in finanza non esistono guadagni facili. C’è poi il concetto di diversificazione, e per questo può essere sufficiente citare l’esempio del paniere: se metti tutte le uova nello stesso cesto, e questo cade, hai perso tutto.
Supportare i figli universitari nella gestione del denaro
Se c’è un momento nella vita in cui saper gestire il denaro fa la differenza, è quando si va a vivere da soli, e questo per molti ragazzi coincide con il trasferirsi fuori per frequentare l’Università. Meglio allora dare loro da subito alcuni possibili strumenti per una gestione finanziaria ottimale. Li abbiamo divisi per punti, eccoli.
- IL BUDGET
Quello che accadeva con la paghetta va riproposto ora con cifre diverse. Lo studente ha bisogno di un vero e proprio “stipendio” che deve imparare a gestire. Stabiliamo insieme a tavolino un budget, la somma che noi dedicheremo al suo progetto di studio, e analizziamo insieme le principali uscite mensili:
- Affitto
- Spesa alimentare
- Trasporti
- Materiale didattico
- Spese personali (uscite, abbonamenti, ecc.)
Proviamo a chiarire che ogni voce potrebbe avere un limite. Un trucco utile è dividere il budget in categorie con metodi visivi, magari con l’aiuto di un’agenda o di una app di gestione delle finanze. Se per la spesa alimentare proponiamo 60 euro a settimana, dovrà fare in modo che basti.
- IL CONTO CORRENTE PERSONALE
Molti studenti universitari non hanno mai avuto un conto corrente o una carta di moneta elettronica prima, e questo può essere un momento perfetto per insegnare loro a usarlo. Optiamo per un conto con bassi costi di gestione e un’app intuitiva. Ciò che devono saper fare è controllare il saldo periodicamente, pianificare i pagamenti e persino a mettere qualcosa da parte. Mettiamo che lui o lei abbia un budget mensile di 500 euro per tra spesa, bollette e uscite (ciascuna voce ha il suo tetto). Può prefissarsi un limite complessivo settimanale di 125 euro, e controllare la app ogni lunedì per vedere se è rimasto nei limiti o se ha sforato.
- IL RISPARMIO (E LA CONDIVISIONE)
Può sembrare difficile, ma anche piccole cifre fanno la differenza. Insegniamo a nostro figlio o figlia a mettere da parte anche solo il 5% delle entrate, la somma accumulata diventerà il suo primo fondo di emergenza. E non dimentichiamo di parlare dell’importanza di condividere. Questo può significare donare una piccola somma in beneficenza o anche solo offrire un caffè a un amico che ne ha bisogno.
- LE SPESE E IL METODO "PIZZA"
Altro insegnamento fondamentale: distinguere tra spese necessarie e superflue. Il gioco è analizzare ogni fine mese le spese che si potevano evitare o tagliare. È un modo per diventare consapevoli senza essere troppo critici. Un esercizio pratico e divertente è il “metodo pizza”. Chiediamo a nostro figlio di calcolare quante pizze potrebbe comprare con i soldi che spende in un mese in altro. Questo confronto aiuta a rendere le spese più tangibili: “Se risparmi 30 euro, puoi uscire in un due o tre volte in più gli amici”.
- I GUADAGNI EXTRA
L’esperienza universitaria, o comunque l’arrivo della maggiore età è anche un ottimo momento per imparare a guadagnare con piccoli lavoretti: dal tutoraggio al dog e baby sitting, sono piccole esperienze che aiutano a sviluppare il senso del valore del denaro. Si tratta di mettere a frutto le proprie competenze conoscenze. Ad esempio ha seguito per anni corsi di nuoto? Può fare un corso di salvataggio e lavorare part time in una piscina. Per anni ha studiato l’inglese e lo parla perfettamente? Può dare lezioni private agli studenti delle medie.
L'educazione finanziaria in famiglia. Quanto ne sai?
Rame, Community Online
La Community che vuole rendere accessibile a tutti il benessere finanziario.